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Scopo del testo è quello di enfatizzare l’impatto che le immagini possono avere sulla percezione soggettiva del mondo. Mentre nel primo paragrafo si ripercorreranno alcune tappe teoriche fondamentali nella rivalutazione della comunicazione non verbale (attingendo dai lavori di Merleau-Ponty e Jung), nel secondo si prenderà in considerazione il caso dell’autismo che verrà descritto in termini di deficit non cognitivo, bensì affettivo. Verranno riportati alcuni casi di autistici (celeberrimo quello di Temple Grandin) che “pensano per immagini”, ovvero che ricorrono a modalità di pensiero alternative rispetto a quella neurotipica. Infine, verrà riportata un’intervista qualitativa ad un soggetto Asperger, elaborata dall’autrice, il cui focus sono dei dipinti e delle fotografie volte ad evocare nell’intervistato specifiche strutture soggettive e pre-riflessive che un’analisi meramente verbale non riuscirebbe a cogliere.