Dionigi Mattia Gagliardi, Giulia Torromino, Manuel Focareta, Sara Cuono, Salvatore Gaetano Chiarella, Federica Marenghi e Matteo Maioli
in NODES 21-22 →
2023
doi.org/10.57633/NODES-21/8-ITA
Il concetto di superstimolo è stato definito per la prima volta in etologia, a metà dello scorso secolo, in riferimento a specifici stimoli naturali e artificiali dalle caratteristiche accentuate in grado di suscitare risposte amplificate. Alcuni anni dopo gli studi etologici, molti studiosi hanno esplorato l’idea di supernormalità anche in riferimento alle culture umane, giungendo a classificare come superstimoli moltissime tipologie di stimoli, dalla pornografia, alle droghe, al fast-food. In tale contesto speculativo, anche l’arte è stata ipotizzata come una forma di superstimolo per gli umani. In questo articolo, dopo un’introduzione al concetto etologico di superstimolo, esploriamo l’ipotesi di “arte come superstimolo” passando in rassegna i principali contributi teorico-speculativi, in ambito storico e psicologico, e sperimentali, in ambito neuroscientifico, che hanno affrontato questo tema, nel tentativo di mostrare il potenziale che il concetto di superstimolo può apportare al dibattito estetico.
Per citare questo articolo: Gagliardi, D. M., Torromino, G., Focareta, M., Cuono, S. Chiarella, S.G., Marenghi, F., e Maioli, M. (2023). Arte come superstimolo. Attivazione biologica, stimolazione delle funzioni cognitive e sfida alle convenzioni culturali. Nodes (21-22):64-73, Numero Cromatico Editore, Roma